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La Doxazosina indicata nella ipertensione resistente e nei sintomi urologici associati all’ipertrofia prostatica benigna


La Doxazosina è un farmaco utilizzato come antipertensivo ( Cardura ) e nel trattamento dei sintomi urologici associati all’ipertrofia prostatica benigna ( Benur ).

Secondo le line guida formulate nel 2013 da ESH / ESC per il trattamento dell’ipertensione arteriosa nei pazienti adulti, la Doxazosina è indicata preferibilmente in terapia combinata, soprattutto nelle forme di ipertensione resistente.

Come antipertensivo la dose abituale di Doxazosina è pari a 2-4 mg/die, e un dosaggio iniziale di 1 mg/die da aumentare in modo progressivo fino al raggiungimento della dose minima efficace.
La dose massima è pari a 16 mg/die.
In caso di interruzione della terapia per qualche giorno, il trattamento deve essere ripreso iniziando di nuovo con la dose più bassa di Doxazosina ( 1 mg/die ).

Nel trattamento dell’ipertrofia prostatica, si inizia con la dose più bassa ( 1 mg/die ) e, per aggiustamenti progressivi, si arriva a individuare la dose minima efficace. La dose massima giornaliera di Doxazosina non deve superare gli 8 mg/die.

La Doxazosina è escreta principalmente per via fecale. Questo deve indurre a cautela nella somministrazione del farmaco nei pazienti con insufficienza epatica per il possibile verificarsi di un aumento della sua esposizione sistemica con il rischio di una maggiore incidenza di reazioni avverse.
Nei pazienti con grave insufficienza epatica la Doxazosina non è raccomandata.

La Doxazosina è controindicata: nei pazienti con nota ipersensibilità alle chinazoline ( Prazosina, Terazosina e la stessa Daxozosina ); nei pazienti con storia di ipotensione ortostatica; nei pazienti con iperplasia prostatica benigna e concomitante congestione del tratto urinario superiore, con infezione cronica del tratto urinario o con calcoli vescicali.
Solo per l’indicazione ipertensione, la Doxazosina è controindicata durante l’allattamento; mentre nell’indicazione solo iperplasia prostatica benigna, la Doxazosina è controindicata nei pazienti con ipotensione.
La Doxazosina è controindicata in monoterapia nei pazienti con incontinenza urinaria da rigurgito o con anuria, con o senza insufficienza renale progressiva.

L’ipotensione ortostatica rappresenta uno degli effetti collaterali più frequenti associati alla Doxazosina. Si manifesta con un calo pressorio che si verifica quando si passa dalla posizione sdraiata o seduta alla posizione eretta.
Il rischio di ipotensione ortostatica è maggiore all’inizio della terapia con Doxazosina e può essere accentuato dalla co-somministrazione degli inibitori della fosfodiesterasi 5.

Per le sue proprietà di vasodilatazione, la Doxazosina può peggiorare alcune patologie cardiache quali insufficienza cardiaca ad alta gittata, insufficienza cardiaca destra per embolia polmonare o effusione pericardica, insufficienza cardiaca sinistra per ridotta pressione di riempimento, edema polmonare da stenosi dell’aorta o della valvola mitralica.

La Doxazosina è un farmaco che agisce sul recettore adrenergico alfa-1 post-sinaptico, inibendolo.
A livello circolatorio, i recettori adrenergici alfa-1 sono presenti sui piccoli vasi, la loro inibizione provoca il rilasciamento della muscolatuta liscia vasale con conseguente riduzione delle resistenze vascolari periferiche ed effetto ipotensivo.

I recettori adrenergici alfa-1 sono presenti anche sulla vescica e sulla prostata. Il blocco di questi recettori provocato dalla Doxazosina induce rilassamento muscolare che favorisce lo svuotamento della vescica e attenua i sintomi urologici quali ritenzione urinaria, aumento della frequenza della minzione, urgenza della minzione, incontinenza occasionale, bisogno di urinare nelle ore notturne.

A differenza dei farmaci alfa-bloccanti non-selettivi, la somministrazione continuata di Doxazosina non è stata associata a un effetto di tolleranza.

La Doxazosina presenta un effetto positivo sul profilo lipido plasmatico, migliorando: il rapporto colesterolo-HDL / colesterolo totale; riducendo i trigliceridi e aumentando la sensibilità all’insulina nei pazienti affetti da diabete mellito. ( Xagena2015 )

Fonte: AIFA, 2015

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